Per l’occasione di “Tra un istante e un attimo” ho voluto riflettere sul momento espositivo intendendo come opera l’evento nella sua totalità, considerando la produzione artistica a partire dall’ideazione e dalla progettazione fino alla curatela e alla messa in opera.

Ho deciso di coinvolgere le curatrici nella realizzazione dell’opera, andando così a sfumare i limiti fra i diversi ruoli sviluppando una forma di co-autorialità.
La mia riflessione si è focalizzata sul concetto di rito, rapportato alla definizione di mito: rito che trova la sua potenza nella propria ripetizione ciclica in contrapposizione al mito e alla sua dimensione unica e lineare. L’intento di questa operazione consiste nello scardinare la definizione stessa di rito, nel tentativo di farla coincidere con quella del mito.

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Ho concepito l’opera come un video, concentrando l’attenzione sul meccanismo del loop, strumento fondamentale per accedere ad una ripetizione circolare. Verranno presentate delle serie di azioni con un preciso ordine: ordine che ripetuto verrà alterato dalle tracce e dalle memorie delle azioni precedenti. Queste, che permangono e si fanno ricordi di quanto è accaduto, affermano l’impossibilità di un’esistenza rituale a favore di una mitica. Il loop come rito che si auto-distrugge facendosi mito.

a cura di
Alexandra Radulescu
Arianna Ruberto

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