In questa installazione sono presenti due oggetti messi a confronto, ottenuti da processi simili: un rapporto implicito di replica lega la creazione naturale dell’ossidiana con la lavorazione artificiale del vetro. 

Questi oggetti sono da una parte il resto di un’eruzione vulcanica, una sorta di creazione continua del mondo, che stando a delle particolari condizioni chimiche e climatiche ha prodotto un vetro lavico, l’ossidiana appunto e, dall’altra parte, un resto della lavorazione del vetro, in dialetto veneziano chiamato “cotisso”, di colore nero.

Un processo originale, l’origine dal vulcano, un processo replica, la lavorazione artificiale del vetro; in questa ambiguità formale, dove l’uno sembra la copia dell’altro, originale e replica si riflettono in una continua mise en abyme, dove uno cerca di somigliare all’altro.

Ossidiana, cotisso di vetro nero
Serie, dimensioni variabili
2019-2020

senza titolo (replica)
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senza titolo (replica)
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Esposto in “MilanoVetro-35”, Sala della Balla – Castello Sforzesco, Milano, 2020