Se ne va. Apre la porta, esce senza voltarsi, e la richiude dietro di sé. Vado alla finestra e i miei occhi seguono la sua figura di spalle che si allontana, prima di scomparire nell’ombra di qualche edificio. Resto lì a lungo, la mano appoggiata al bordo della finestra, a fissare il punto in cui è sparita. Magari potrebbe accorgersi di avere dimenticato di dirmi qualcosa, e tornare indietro. Ma non torna. In quel punto rimane solo una specie di cavità invisibile che ha la forma della sua assenza.
Stampa in serigrafia di Antonella Campisi, Mario Ciaramitaro, Tommaso Gorla e Daniele Zoico.
Gli artisti hanno dovuto riflettere sul concetto di ombra. Un’ombra è l’area scura proiettata su di una superficie da un corpo che sta tra una sorgente luminosa e la superficie stessa. Un’ombra è un’assenza di luce, essa impedisce il passaggio di luce, creando una zona scura. Il concetto di ombra resta una direzione aperta, permeato da diversi piani di senso. Le fasi di lavorazione della serigrafia vengono quindi prese come paradigma per la definizione di ombra. Nella fotomeccanica, l’uso di negativi e di pellicole è il momento più vicino alla fotografia, dove si lavora per vuoti e pieni, per bianchi e neri, per livelli di luci e ombre. In questo processo, un disegno viene trasformato in una matrice, una grafica in un telaio, trasferendo l’immagine originale in una superficie di stampa mediante una gelatina fotosensibile e delle lampade UV. Dopo questa fase, l’immagine originale è fissata a contatto su di un telaio e risulta in negativo, con i bianchi e i neri invertiti, ed è proprio attraverso le parti rimaste bianche dove potrà passare l’inchiostro per la stampa. La racla, la spatola che permette di spingere l’inchiostro attraverso le maglie rimaste aperte del telaio, viene così usata per far passare il colore. Il colore sparisce così sotto le maglie del telaio, andando ad imprimersi nella superficie di stampa sottostante.