Questa è una delle uniche registrazioni che ho potuto realizzare alla voce di mio papà mentre legge un brano da ‘Lessico familiare’ di Natalia Ginzburg. Questa registrazione risale al 2011, quando lavoravo per un mio film e coinvolgevo i miei familiari nella lettura di vari testi; non l’ho mai utilizzata.

Dopo otto anni ho voluto incidere questa registrazione su vinile per poi realizzarne una copia e quindi un calco con una gomma siliconica. Da questo calco è stata ottenuta una copia in resina epossidica, il disco originale è stato distrutto e così la registrazione di partenza.
I solchi del vinile e la registrazione si sono trasferiti nella gomma siliconica per poi trasferirsi ancora nella resina.
In questo processo di copia, ciò che era inciso nel disco originale è cambiato e, pur relazionandosi con la propria origine, ha acquisito una nuova identità.

Esistono due tipi di labirinto, in inglese le due parole per definirli sono maze e labyrinth: l’idea di maze è vicina a un’esperienza romantica dove semplicemente perdere se stessi, mentre il labyrinth è quel labirinto che conduce solo al centro, in un percorso per ritrovare se stessi.
Il primo dove la scelta è fondamentale, non è solo questa o quella via ma è possibile restare fermi o tornarsene indietro; l’altro dove la scelta è a priori e si decide di seguire il labirinto.

Un’archetipo del labirinto è la spirale di Archimede, la stessa forma che costituisce il solco di un disco in vinile.

Installazione: resina epossidica, giradischi
video 4K a 3 canali
dimensioni variabili
2019

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Al centro del labirinto

Esposto in “VIII Premio Francesco Fabbri per le Arti Contemporanee”, Villa Brandolini – Solighetto (Treviso), a cura di Carlo Sala, 2019;
Le Stanze del Contemporaneo”, Palazzo Martinengo Cesaresco Novarino, Brescia, a cura di Daniele Astrologo Abadal, 2021.